La responsabilità ci libera
Abbiamo tutto nelle nostre mani
Serena Tomasella
6/13/20252 min read
La mia prima sessione d'esami all'università è stata un vero fallimento: ho tentato solo due esami e sono andati male entrambi. Un disastro clamoroso!
Ho passato gli ultimi mesi a pensare e ripensare dove ho sbagliato, a giustificare il fallimento dando la colpa ai testi difficili / troppo lavoro / poco tempo / poco spazio / poca luce / poco mare / la nonna / il cane / il gatto e chi ne ha da aggiungere vada pure avanti con la lista.
⚡Dopo tutto questo sbattimento (inutile) sono arrivata alla conclusione che: la responsabilità di questo fallimento è solo mia. BANG!
re|spon|sa|bi|li|tà
“Rispondere delle proprie azioni”, questo è il significato originario del termine e lo trovo ancora molto attuale.
Non si tratta di colpevolizzarsi ma di essere consapevoli del proprio ruolo nelle azioni che compiamo ogni giorno.
Perché cerchiamo di giustificare i fallimenti?
Quando qualcosa va storto, soprattutto quando falliamo, il nostro cervello fa di tutto per proteggere la nostra autostima. È qui che entra in gioco la dissonanza cognitiva: quel fastidio che proviamo quando le nostre azioni non si allineano con ciò in cui crediamo.
Per liberarci da questo disagio, scattano dei "meccanismi di difesa" automatici. In pratica, siamo portati ad attribuire i successi unicamente alle nostre capacità e al nostro merito (questo è chiamato self-serving bias). Al contrario, quando le cose vanno male, tendiamo a dare la colpa a fattori esterni o a circostanze che non dipendono da noi (questo si chiama attribuzione esterna). In questo modo, salviamo la faccia e ci sentiamo meglio con noi stessi.
Qual è il prezzo per queste scuse?
Dare la “colpa al gatto” ci priva del nostro potere personale di cambiare le cose.
Se la responsabilità è nostra abbiamo anche il potere di agire.
Possiedi il fallimento
I fallimenti sono insegnanti di vita. Sfruttali per capire cosa è andato storto, ripercorri il sentieri e trova la falla.
Conosco bene la sensazione di ritornare in quell’abisso di frustrazione ma è necessario per trovare la chiave di svolta. Il disagio deve essere attraversato per evolvere.
Chiediti: “cosa posso imparare da questa esperienza? cosa farò di diverso la prossima volta? quali sono stati i punti deboli?
Dalle mie bocciature ho capito che il metodo di studio non era adatto. L’ho cambiato, ho provato tecniche diverse, mi sono informata, ho letto libri sul funzionamento del cervello umano nell’apprendimento (come se non avessi già abbastanza da studiare!), ascoltato podcast e guardato video su YouTube.
Ho agito per migliorare la mia situazione.
📌Strategie
Il mindset fa la differenza.
Secondo la psicologa Carol Dweck, le persone con un growth mindset vedono gli insuccessi come opportunità di miglioramento attraverso il duro lavoro. Questo tipo di approccio è cruciale per il successo. La prossima volta che sperimenti un insuccesso, sfruttalo a tuo vantaggio per cambiare strategia.
Ma soprattutto:
➡️non giudicarti, non serve. La tua energia è preziosa, risparmiala.
➡️analizza i punti critici. Quando li metti per iscritto hai risolto metà dei problemi.
➡️pianifica. Cosa farai di diverso la prossima volta?
L’importanza della consapevolezza
Guardarsi dentro, praticare l'introspezione, è fondamentale. Ci permette di focalizzare con chiarezza i nostri obiettivi e, cosa ancora più importante, di comprendere il perché profondo che ci spinge a volerli raggiungere. Questa chiarezza interiore è la bussola che guida le nostre azioni e ci dà la motivazione necessaria per affrontare le sfide.
Quando riconosciamo di avere il potere di agire e decidere, sperimentiamo una vera e propria liberazione attraverso la responsabilità. Comprendere che "abbiamo tutto nelle nostre mani" significa non solo accettare le conseguenze delle nostre scelte, ma anche realizzare che siamo i principali artefici del nostro destino. Questa consapevolezza ci spinge ad agire in modo più proattivo e intenzionale, sapendo che il controllo è nostro.